Lascio tutto e vado a vivere in Alaska

Trasferirsi in Alaska, lasciando le proprie sicurezze per un luogo meraviglioso e di estrema bellezza; un territorio grande quasi sei volte l’Italia, con temperature che arrivano a toccare, in inverno, i -40/-50°,  un’ora di luce solare al giorno e i sorprendenti 35° della stagione estiva.

Trasferirsi all’estero per necessità e aprirsi a nuove opportunità di vita: questa è la storia di Francesca e della sua famiglia.

Cambiare vita e trasferirsi all’estero

Francesca è una mamma di trentacinque anni, che si occupa a tempo pieno del suo bimbo di tre anni: il marito, un militare statunitense, è soggetto a spostamenti periodici.

Per lavoro, racconta Francesca, siamo “costretti” a spostarci ogni 3 anni circa: da Vicenza, ci hanno assegnato alla base di Tampa, in Florida, dove siamo rimasti per 3 anni, e nel novembre del 2016 ci hanno spostato nella base militare di Ft Wainwright nella citta’ di Fairbanks, nel cuore dell’Alaska, a poco più di un’ora e mezza, a sud dalla linea del circolo polare artico e dove attualmente viviamo.

Alaska: una scoperta continua

Fairbanks è una piccola città che conta 30.000 abitanti, la seconda più grande dello stato, nel mezzo della tundra artica.

Ci vuole tanto spirito di adattamento e di inventiva in Alaska: gli inverni sono lunghi, bui e freddi.

Bisogna adattarsi in fretta, evitando di  entrare nel circolo vizioso del cosiddetto “winter blues” (quella sensazione letargica, di stanchezza e depressione), bisogna mantenersi attivi, uscire quando le temperature lo permettono, mantenere il cervello attivo, socializzare e partecipare ai molteplici eventi che questa piccola citta’ offre.

Bisogna essere previdenti e attenti, il freddo, soprattutto dai – 30° in giù, è molto pericoloso: si hanno tempi di uscita limitati che variano a seconda della temperatura, bisogna essere sempre muniti di guanti e berretto quando si è all’esterno; mai toccare nulla di acciaio a mani nude, e le auto vengono modificate con una presa elettrica che viene attaccata a delle torrette per mantenere  fluidi i “liquidi” e far si che non si congelino.

Ma per quanto impegnativo sia l’inverno, le estati sono meravigliose: si arriva a temperature di +30 gradi con tre mesi di luce solare continua, fiori ovunque, e un sacco di attività all’aperto.

Vivere in Alaska

L’Alaska è uno tra i primi cinque stati più costosi degli Stati Uniti. Qui costa tutto e tanto, e cio è dovuto al fatto che è praticamente tutto importato; estate a parte, durante l’inverno, è difficoltoso trasportare merci nel nord dell’Alaska: ci sono stati periodi in cui, a causa di tempeste di neve, i camion faticavano ad arrivare fin qui creando problemi di approvvigionamento.

Costo della vita in Alaska

Il costo della vita in Alaska, contrariamente a quello che si pensa, è molto alto.

Anche se l’Alaska fa parte degli Stati Uniti D’America, e nell’immaginario collettivo è tutto a buon prezzo, l’America non e’ “l’america” che ci fanno vedere: i costi della vita sono veramente differenti in qualsiasi stato, e spesso variano di molto, anche di città in città.

I costi più alti da sostenere in Alaska sono l’affitto e l’elettricità.

Per l’affitto di case normali, si parte dai 1500$ ai 2000$ al mese, mentre per le cabin (simili ai nostri rifugi alpini), i costi si aggirano tra i 500 e i 700$, ma con bagno all’esterno e senza acqua corrente; ci si và a lavare nelle docce a pagamento e, per chi vuole risparmiare, si può vivere di caccia e di pesca, anche se ci vuole un forte spirito di adattamento.

Per l’elettricità i costi lievitano fino a 400$ al mese, specie in inverno; per il resto, bisogna adattarsi, preparare un piano, avere già costituto un fondo per le emergenze, in quanto sono molte le variabili che fanno lievitare le spese mensili.

Per la spesa settimanale, spendo dai 300$ ai 350$: siamo in tre, più un cane e due gatti; qui costa tutto e tanto, l‘Alaska è, infatti, uno tra i primi cinque stati più costosi degli Stati Uniti, è fondamentale, per risparmiare, stilare una lista della spesa ed evitare acquisti inutili, anche se è praticamente tutto importato, ed estate a parte, i prezzi tendono a lievitare per il susseguirsi dei problemi di approvigionamento.

Lavorare e vivere in Alaska

L’offerta di lavoro in Alaska è buona, e di lavoro se ne trova di tutti i tipi, ovviamente in base alle competenze, e agli studi personali; il salario minimo è di 10,50 $ all’ora e sono previsti incentivi e rimborsi per i residenti.

Voglio comunque precisare che in Alaska le leggi sull’immigrazione sono gli stessi degli U.s.a. per cui, è illegale cercare lavoro senza l’apposito visto lavorativo o la green card.

Bisogna fare le proprie ricerche, e magari venire in vacanza per capire effettivamente com’è vivere qui, soprattutto d’inverno.

Personalmente, sono innamorata di questo posto: i paesaggi sono mozzafiato, l’aurora boreale è qualcosa di magico ed adoro vivere in questa piccola comunità.

Fairbanks, in Alaska, è la destinazione perfetta per osservare l’aurora boreale.

Fairbanks, è una comunità molto attiva, e come già detto, si organizzano un sacco di eventi sia d’inverno che in estate, soprattutto per i bimbi; non ci sono molti negozi e non abbiamo centri commerciali, ma ci sono un sacco di negozietti locali di artigianato e ristoranti. 

Fairbanks non è la classica città americana, a differenza di Anchorage (la citta’ più grande a sud) dove trovi di tutto; non trovo posto migliore per far crescere mio figlio: l’Alaska mi sta dando tantissimo, è un luogo che mi ha messo alla prova su tantissimi punti di vista, come il dormire con la luce, e svegliarmi con il buio, e non avere tanti negozi mi ha fatto apprezzare molte altre cose, tra cui la natura incontaminata.

Quello che non sopporto, come è successo in questi ultimi giorni, sono gli incendi boschivi causati dal caldo secco ed i fulmini, che ogni estate si presentano e costringe a rimanere al chiuso per l’aria altamente dannosa.

Oltre l’Alaska

Se potessi, rimarrei in Alaska a vita, mi sono veramente innamorata di questo posto, ma purtroppo continuerò a spostarmi ogni tre anni sperando sempre di avere la fortuna di trovare posti come questo, almeno fino a quando mio marito non arriverà alla pensione.

Il lato positivo di questa vita è il bagaglio culturale che poi ti porti dentro: le esperienze e le persone che incontri nel cammino, e la possibilità  di ricominciare ogni volta.

Come ogni cosa però, c’è anche la parte negativa: lasciare un luogo che ti ha lasciato tanto e il pensiero di come sarà difficile quando mio figlio sarà più grande.

Il segreto per vivere bene? Vivere il presente, guardare al cambiamento come opportunità, per il futuro si vedrà.

(Ringrazio Francesca, membro attivo del nostro gruppo facebook, per le foto e il tempo dedicato).

 

Cc-by new white.svg Cc-nc white.svg Cc-nd.svg 

Puoi scaricare e condividere questo articolo a condizione che non venga modificato né utilizzato a scopi commerciali, sempre attribuendo la paternità dell’opera all’autore.

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


quindici − sette =